l mese scorso, il Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti ha intentato un processo contro Google, contestandone la posizione nel settore delle tecnologie pubblicitarie. Mentre il destino dell'attività pubblicitaria di Google è ancora sotto esame, Ana Milevskaja, Chief Marketing Officer di Productsup, condivide il suo punto di vista riguardo al possibile impatto dell'esito sugli inserzionisti e sugli operatori di marketing.
Qual è la tua opinione sul processo del Dipartimento di giustizia relativa all'attività pubblicitaria di Google?
Non sorprende che le autorità di controllo stiano cercando di frammentare il mercato degli annunci digitali, considerando che il business dalla pubblicità sta diventando uno dei maggiori fattori di reddito per le aziende. Questo è dovuto in gran parte al recente calo degli acquisti, che ha spinto le aziende a trovare nuovi clienti, costringendole a spostare il loro budget verso il performance marketing.
Contemporaneamente, il rallentamento della spesa ha anche costretto le aziende a guardare al di là dei modelli di vendita tradizionali per individuare delle fonti di reddito. Microsoft, Amazon e TikTok sono tutti esempi di Big Tech che stanno aumentando la propria attività in campo pubblicitario. Abbiamo anche visto il nuovo ingresso in questo settore di operatori del retail come Dick’s Sporting Goods, Walmart e Michaels.
In questo momento, la pubblicità digitale è un settore "caldo" in cui stare, e questo mette Google in una posizione eccezionale. L'azienda ha dedicato gli ultimi decenni a costruire forti offerte pubblicitarie. Basta osservare i guadagni che ha dichiarato negli ultimi anni. Ora molti altri soggetti vogliono una parte della sua quota di mercato.
Che cosa significherebbe per gli operatori del marketing digitale una frammentazione dell'attività pubblicitaria online di Google?
Una maggiore diversificazione nel campo della pubblicità digitale potrebbe essere positiva cosa per le aziende, poiché creerebbe maggiori opportunità per raggiungere un numero maggiore di utenti finali in più punti di contatto. Allo stesso tempo, nella situazione attuale le aziende stanno già lottando per gestire le loro campagne di annunci nei diversi vari canali e software. Per quanto possa essere potente uno strumento di marketing come la pubblicità digitale, costituisce anche un ecosistema molto complesso. Qualsiasi eventuale cambiamento nell'attività di Google sconvolgerà il modo in cui gli operatori di marketing gestiscono i dati dei loro prodotti, quindi dovranno avere piena visibilità e controllo sui feed di prodotto per garantire che non vi siano lacune nelle prestazioni.
Come vedi l'evoluzione complessiva dello spazio pubblicitario digitale nel 2023?
In questo momento, le aziende devono gestire la propria spesa in modo molto meno rigidi, destinando la maggior parte del loro budget ai canali pubblicitari tradizionali con cui hanno maggiore familiarità, come YouTube o Facebook. Il nostro Business growth report (Rapporto sulla crescita aziendale) ha rilevato che quest'anno il 79% delle aziende non intende aumentare la spesa pubblicitaria su Snapchat o TikTok.
Tuttavia, prevedo che il sentiment cambierà nel corso dell'anno. Appare sempre più chiaro che le aziende che pubblicano i loro annunci su più canali stanno avendo molto successo. In effetti, il nostro rapporto ha rilevato che il 62% delle aziende indica i social media come la tattica più utilizzata per soddisfare le aspettative dei consumatori.
Se da un lato può sembrare più rischioso investire ora in piattaforme più nuove, d’altro canto il settore si sta spostando verso un ecosistema omnicanale. Le aziende che costruiscono una presenza in queste prime fasi vedranno un ritorno a lungo termine presso la nuova generazione di consumatori.
Per ulteriori informazioni sui canali privilegiati dalle aziende per la propria spesa pubblicitaria, puoi consultare il Business growth report di Productsup.